Covers. Quelle adulterate |
L'elenco delle cover Il fenomeno delle cover Il Piper Club Bandiera gialla I complessi beat La canzoni di protesta I testi |
Versione italiana |
Versione originale |
Adriano Celentano |
Ben E. King |
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Antoine |
Antoine |
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Danny Lorin |
Beatles (e le altre cover) |
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David Bowie |
David Bowie |
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Dino |
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Equipe 84 |
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Equipe 84 |
Bee Gees |
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Flora, fauna e cemento |
Andrew Lloyd-Webber |
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Gian Pieretti, Antoine |
Bob Dylan |
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Gianni Pettenati |
Crispian St. Peters |
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Jimmy Fontana |
Tom Jones |
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Johnny Dorelli |
Frank Sinatra |
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Mina |
Carole King |
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Motowns |
David & Jonathan |
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Nomadi |
Sonny Bono |
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Nomadi |
Moody Blues |
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Nuovi angeli |
Beatles |
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Ornella Vanoni |
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Pino Masi |
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Riki Maiocchi, Los Marcellos Ferial e altri |
The Animals e altri |
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Rita Pavone |
Pete Seeger-Weavers |
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Rokes |
Bob Lind |
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Sandy Shaw, Mary Hopkin e altri |
Mary Hopkin |
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La tua immagine |
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L'ora del fucile |
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"The
Eastern world, it is explodin' |
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Superstar |
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"Lei non c'è, lei
non c'è |
Il musical di cui questa canzone era il brano portante non era in realtà così conosciuto in Italia all'epoca della pubblicazione di questo singolo, e quindi non erano molti i ragazzi italiani che potevano cogliere l'anomalia della versione italiana. Ma gli altri si chiedevano se gli autori avevano fatto francese a scuola, o se proprio non gliene importava niente, oppure se avevano scritto questa traduzione vagamente blasfema come provocazione post-sessantottesca. Il testo italiano, come si è appurato in seguito, è stato scritto proprio da Herbert Pagani, quindi dobbiamo propendere con la ipotesi della blanda provocazione. Bisogna dire che comunque questo pezzo era abbastanza noto, e anche trasmesso con una certa frequenza per radio, lo ricordo ad esempio ad "Alto gradimento". |
Ho difeso il mio amore |
Anche in Ho difeso il mio amore, grande successo dei Nomadi (3), la traduzione italiana, di Pace (quello del noto trio Pace-Panzieri-Pilat), prende ben poco dal testo originale, ed inventa una vicenda drammatica e anche discutibile, per quello che si capisce, di un uomo geloso, tradito dalla ragazza, ingannata da un seduttore subdolo, che risolve la questione con un omicidio-suicidio "per difendere il suo amore"; sulla sua tomba il narratore (un romantico visitatore di cimiteri? un amico dell'amante tradito?) sembra ascoltare una tardiva richiesta di perdono (testo italiano). Un pezzo molto suggestivo e anche cantato con classe e tono epico dal grande Augusto Daolio, e un buon successo nel 1968 per il gruppo emiliano (n.18 in hit-parade), ma certo un po' lontano dai temi dei Nomadi di qualche anno prima (o di qualche anno dopo) come quelli cantati in "Dio è morto" o "Noi non ci saremo". "Nights
in white satin |
Bandiera gialla |
Non era in realtà la
sigla né la canzone-inno della famosa trasmissione
radiofonica, che era invece un R&B americano nella versione di Rocky
Roberts (T Bird). Era invece un tentativo successivo di
mettere il cappello su questo grande successo in radio con un pezzo scritto ad
hoc, trainato dalla trasmissione stessa, ed affidato ad un nuovo cantante, il
simpatico "scucchione" Gianni Pettenati,
poi interprete di altre canzoni "giovanilistiche" in quella breve
stagione di fine anni '60. Curiosamente come base musicale per il pezzo venne
preso un brano di successo nel Regno Unito un anno prima, The
Pied Piper, che aveva anche dato il nome al più famoso locale
"beat" di quegli anni, cioè appunto il
Piper
di Roma, e anche indirettamente avviato la carriera della "ragazza del
Piper", alias Nicoletta Strambelli, alias Patty
Pravo (il primo disco della quale, Ragazzo
triste, aveva nella facciata B proprio una cover, però in inglese,
di Pied Piper). "Ehi, questa sera è festa grande Il brano venne ovviamente presentato a Bandiera gialla e diventò disco giallo (Vedi la scaletta del 8 ottobre 1966) |
Immagina che |
Ebbene sì, anche la
grande cantante Ornella Vanoni (come pure Mina,
vedi dopo) ha interpretato una traduzione di fantasia, per giunta di un super
classico, la canzone del secolo XX, secondo più o meno tutte le classifiche e i
sondaggi fatti nel 1999, vale a dire Imagine
di John Lennon. L’album era “Un gioco senza età” del 1972 e la
spericolata versione italiana era di Piccaredda e Paolo Limiti (proprio lui, il
noto presentatore specializzato in programmi-nostalgia, in precedenza apprezzato
paroliere). “Immagina
se non esistessero le nazioni … Tenendo conto,
soprattutto, che Papa Woytila conosceva perfettamente l’inglese! |
Io ti amavo quando |
Anche Mina ha cantato
una versione di fantasia di un altro classico notissimo della canzone
americana, vale a dire “You’ve
Got A Friend” di Carole King. La versione di Mina
(Io ti amavo
quando), dovuta alla penna di non so quale autore, non aveva
brutte parole, era un ritratto di uomo fuori dagli schemi, erede di “una
stirpe pazza di eroi” solo che non c’entra veramente nulla con l’originale,
non c’è traccia della promessa di correre in qualsiasi stagione dell’anno
“Winter, spring, summer and fall” al richiamo dell’amore. |
Datemi un martello |
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Il testo è somigliante, nello spunto, all'originale americano, ma cambiano radicalmente gli obiettivi: dal mondo che non va, e bisogna aggiustare a martellate, passiamo a problemi molto più circoscritti e precisi: |
“Datemi
un martello – che cosa ne vuoi fare e poi si giunge a
qualcosa di ancora più mirato, a puntare il martello alla testa “di quella
smorfiosa” che gli ha sottratto il moroso. |
La felicità |
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Nel lato B, visto che bisognava metterci qualcosa, inserirono Pourquoi, ribattezzata "La Felicità", e ampiamente travisata. La forma canzone era la stessa, a domanda e risposta, ispirata quindi alla tradizione popolare e in particolare al celeberrimo brano di Pete Seeger dal titolo evocativo Where Have All The Flowers Gone?, in questo caso diventa un dialogo tra padre e figlio, ma stavolta su temi generali ed innocui, a differenza del modello francese, che usava parole sconvenienti come "cannoni" o, peggio, "fabbriche". Il particolare curioso è che il cantante (e autore) era il medesimo, e che l'autore del testo italiano era Herbert Pagani, il futuro cantante e paroliere franco-italiano che avrebbe scritto e interpretato tante canzoni incentrate su un suo particolare ideale di ottimismo e pensiero positivo, prima della prematura scomparsa per leucemia intorno ai 40 anni, e parliamo di "Albergo a ore" , "Teorema" (...fuori dal letto, nessuna pietà), "Cento scalini", "Cin Cin con gli occhiali”.
Pourquoi ces canons diceva: La versione italiana, La felicità, pubblicata come lato B di Pietre, era diventata: “Dimmi babbo che cos'è la felicità? Figlio mio è un frutto che mangi solo in libertà. Dimmi babbo dove sta questa libertà? Sta di casa in un paese che si chiama verità. Dimmi babbo alla mia età posso andarci anch'io? Se ti porti la bontà per bagaglio, figlio mio. Dimmi babbo la bontà quanto peserà? Pesa quanto il mondo ma, da' coraggio a chi ce l'ha. Ma il coraggio a che servirà? Lo vedrai lungo il cammino verso la felicità.” |
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Come potete giudicar |
Anche i Nomadi, per la canzone che li ha proiettati nel mondo della musica, Come potete giudicar, presentata al mitico Cantagiro del 1966, quello nel quale venne lanciato anche in Italia il fenomeno dei “capelloni”, individuarono un successo americano, The Revolution Kind (Il tipo rivoluzionario), del primo periodo di Sonny Bono, quando Sonny non si era ancora unito con Cher e faceva canzoni vagamente di protesta, alla Bob Dylan. Il testo originale è stato ignorato, più che travisato, perché effettivamente anche quella di Sonny Bono era una canzone “di protesta”, e non per esempio una canzone d’amore come la versione originale di “Che colpa abbiamo noi”. Naturalmente nessun accenno nella canzone americana ai capelli lunghi (una ossessione, all’epoca, tipicamente italiana) e nessuna propensione all’inno generazionale. (Testo italiano). Il pezzo funzionò e i Nomadi si accreditarono come il più deciso tra i nuovi gruppi italiani, con l’aiuto di Guccini e delle canzoni scritte per loro (prime fra tutte “Dio è morto” e “Noi non ci saremo”) iniziarono così la loro mitica carriera, che dura tuttora, ad oltre quarant'anni anni di distanza da questo primo ingenuo brano. “…But
a man's got a right to talk about what's on his mind (Ma
un uomo ha il diritto di esprimere quello che ha in mente |
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In
questo brano Bob Dylan, ricorrendo alla stessa metafora delle pietre tirate in
testa indiscriminatamente, biasimava le critiche ricevute per la sua svolta
country e rock dell’anno prima ancora, che aveva tradito, secondo molti, la
purezza ed il rigore della sua ispirazione folk (e politica) e lo stava portando
verso sbocchi commerciali (Bob Dylan si è venduto al sistema, si diceva). E' possibile anche leggere in merito la posizione di Gian Pieretti, in una intervista di qualche anno fa. |
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Uno
degli ultimi grandi successi del numero uno tra i complessi italiani dell'era
beat, la Equipe 84.
Come molte altre canzoni del gruppo di Modena si trattava di una cover di una
canzone straniera, in questo caso dei Bee Gees,
il notissimo gruppo australiano dei fratelli Gibb, all'epoca degno continuatore
dei Beatles per la facilità e leggerezza di scrittura. Si trattava in
particolare di un brano di ispirazione "country" contenuto
nell'ambizioso ed ottimo disco doppio del 1969, Odessa. |
Solo più che mai (Strangers In The Night) |
![]() Eppure la versione italiana, affidata al nostro aspirante crooner Johnny Dorelli, sembra ispirata curiosamente a questa versione fantasma, piuttosto che all'originale. Infatti il titolo diventa Solo più che mai e parla di un uomo abbandonato e disperato che si aggira nella città deserta. Completamente travisato il testo originale dove lui e lei, unità elementare e autosufficiente, si innamorano e sfidano assieme la notte e la città, stranieri perché appartenenti ad un altro mondo, il mondo di chi vive l'amore.
Strangers in the night exchanging glances Una bellissima canzone, giustamente famosa, interpretata in modo memorabile da Frank Sinatra. Non è un caso che, proprio a causa del testo italiano triste, più che malinconico, la versione di Dorelli non appaia molto efficace, e suoni un po' lagnosa. Rimane come sempre un mistero la scelta dei traduttori italiani.
Solo più che mai |
![]() La cover italiana del grande successo internazionale di Tom Jones, in originale Delilah, è stata proposta con grande successo nel 1968 (lo stesso anno dell'originale) da Jimmy Fontana, e anche da altri, tra cui i Ribelli. Il testo, più che stravolgere l'originale, è proprio l'opposto. Qui si parla di due innamorati felici che si apprestano a vivere il loro amore in stile "due cuori e una capanna", con un testo che ricorda abbastanza "Pupo biondo" di Claudio Villa "Noi c'avremo una casetta, coi gerani e le pansè, tu sarai la reginetta, io mi impegno a far da re...". Solo che la storia originale era un po' diversa, e parlava di una donna che il suo uomo non lo trattava proprio per il meglio, non a caso si chiamava Delilah. L'originale era un testo drammatico di amore e morte, ancora una volta Delilah (Dalila, il mitico personaggio della Bibbia) porta alla perdizione il suo Sansone sconvolgendolo coi sensi e poi tradendolo. Ed effettivamente l'ex minatore, forzuto e indistruttibile Tom Jones (l'abbiamo visto ancora in gran forma nel 1996 in Mars Attacks! di Tim Burton e sempre negli anni '90 ancora al successo con Sex Bomb, e Delilah è del 1968 ...) è un Sansone credibile, e la musica drammatica e spagnoleggiante sottolinea efficacemente una vicenda d'amore e morte. |
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Come
sarà venuto in mente a qualcuno in Italia di tradurre questa canzone con un
titolo come La nostra favola
e trasformarla in una vicenda di amore felice ed eterno tra due
sotto-proletari? Sarà stata la solita censura, volevano evitare ai sensibili
ragazzi e consumatori di musica italiani una vicenda troppo cruda? Ma no ...
eravamo ormai nel 1968, di storie d'amore e di morte ce ne erano state a iosa,
ad esempio Ho difeso il mio amore
dei Nomadi, dello stesso anno. |
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In
questo caso il "misfatto" è stato compiuto con la complicità, anzi
con l'attiva partecipazione dello stesso Duca Bianco della musica inglese.
Infatti è stato David Bowie o il suo
entourage a decidere nel 1969 di tentare un ingresso nel ricco mercato italiano
dei singoli a 45 giri, con un pezzo in lingua italiana. Il brano scelto è
stato, come naturale, il più grande successo dell'epoca del cantante e
musicista inglese, Space Oddity, un brano
bellissimo nella musica ed originale nel testo, che echeggiava sin dal titolo il
grande interesse per lo spazio e la fantascienza rilanciato in quegli anni,
oltre che dalle imprese spaziali, dal
capolavoro del cinema di fantascienza
2001: A Space Odissey di Stanley Kubrick.
Non a caso infatti il titolo originale allude a Space Odissey (Odissea nello
spazio) proponendo in alternativa una "Space Oddity" (stranezza nello
spazio, inconveniente nello spazio, bizzarria nello spazio). Testo inglese con traduzione (Space Oddity) / Testo italiano (Ragazzo solo, ragazza sola) |
La prima versione italiana era stata presentata da Riki Maiocchi con il titolo Non dite a mia madre; non era una traduzione del testo originale e della "casa del sole" non parlava proprio, puntava solo sull'epilogo con il galeotto che rimpiangeva la sua sorte, in più, ci metteva anche la mamma del galeotto stesso (leggi il testo). |
Nonostante questa prudente elusione di ogni riferimento alle case di tolleranza la canzone non venne accettata dalla commissione di ascolto della RAI, probabilmente perché accennava ad una condanna a morte. Rinunciare alla copertura radio-televisiva era evidentemente inconcepibile per la casa discografica, che passò immediatamente ad una seconda versione (autori Mogol e Pallavicini), nella quale veniva opportunamente recuperato il titolo (quasi tutto), molto poetico ed evocativo, e null'altro della versione originale. Da aggiungere che una cantante specializzata nel circuito folk (della quale non siamo riusciti a recuperare il nome), ne presento però a fine anni '60 una versione fedele, quasi letterale ("mio padre era un giocatore d'azzardo") che veniva trasmessa al programma radiofonico del pomeriggio "Per voi giovani", in un clima evidentemente e rapidamente mutato. Da notare la differenza nei costumi e nella sensibilità con il mondo anglosassone, dove la versione degli Animals circolava tranquillamente senza censura alcuna. Anzi, veniva probabilmente percepita come una canzone a sfondo moralistico. Vedi
anche: le numerose cover in
inglese del grande classico. |
Quindi, curiosamente, il testo è diventato una canzone di protesta, echeggiante giovani giramondo con la chitarra che cantano la pace e la libertà, probabilmente considerati più facili da maneggiare dei lavoratori di cui sopra. Da notare che invece gli
interpreti originali, David & Jonathan
(veri nomi Roger Greenaway e Roger Cook, un duo inglese prodotto da George
Martin, presentarono anche loro una versione in italiano, ma più fedele nel
titolo al loro originale, intitolata "Innamorati
unitevi", ma comunque anche questa totalmente edulcorata rispetto all'originale. |
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Ciao Certo l'idea non gli è venuta dall'originale. Che era uno dei pezzi forti dei Rolling Stones dei primi anni (è del 1964 ed era eseguita spesso nei concerti, si possono trovare e rivedere su YouTube). Non era un brano composto da Jagger e Richards ma da Norman Meade e parlava di una vicenda praticamente opposta, nella quale lei se ne va e lui le dice che "il tempo è dalla sua parte" e lei "tornerà correndo" da lui. Ma le augura anche, molto modernamente, di fare esperienze e conoscere altre cose in questa fase che lui si augura sia transitoria.
Oh, Time is on my side, yes it is
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Questa che prendiamo ad esempio, e che non si pone neanche lontanamente il problema di rendere qualcosa dell'originale, o almeno di leggerlo, era del paroliere molto attivo Danpa (Daniele Panzuti). Già dai primi due versi a confronto si può comprendere la distanza tra la Gran Bretagna e l'Italia negli anni '60, i motivi all'origine della "beatlemania" in tutto il mondo che parlava inglese e i motivi per cui i ragazzi italiani preferivano i Rolling Stones.
She was
just seventeen In due sole brevi frasi Paul McCartney aveva già detto tutto ciò che i ragazzi, maschi e femmine, volevano sentire in una canzone dei tempi nuovi che stavano vivendo. I ragazzi visualizzano l'immagine di una ragazza di cui innamorarsi, giovanissima ma già "su piazza" e le ragazze si identificano in lei e nella sua capacità di sedurre. Poi si aggiunge l'efficace giro di basso dello stesso Macca e il ritmo incalzante e si comprendono le grida entusiaste delle fan adolescenti nei primi concerti dei quattro, dove questo, dall'album Please Please Me, era uno dei brani più trascinanti. Ma in italiano diventa:
Gelosa sei, gelosa sei
di me,
lo so Come poteva, un povero adolescente italiano, immedesimarsi o almeno trovare interesse per una situazione presentata così? La ragazza è descritta come una mezza matta gelosissima, ma facoltosa, che è in grado a quanto pare di ingaggiare anche Tom Ponzi (l'investigatore privato più famoso al tempo) per controllare il fidanzato, mentre lui è un povero sfortunato che chissà perché la deve sopportare, ma chiaramente preferirebbe stare con gli amici maschi. Un paio di anni dopo, però, lo stesso Danpa ci torna su con un altro testo diverso per i Kings, che avevano ancora Dino alla voce.
Ma che cos'ha più di
me Ancora peggio, i ragazzi dovrebbero immedesimarsi nello sfigato di turno, mollato dalla fidanzata (ma ci sono moltissime canzoni su questo tema, era una fissa dei parolieri italiani, vai a sapere perché) e che per reazione definisce stupido quello che invece sta con lei (ma lei non la pensa così). E anche le ragazze difficilmente potevano apprezzare la classica situazione dell'ex appiccicoso, che non si arrende. Distanza siderale dall'Inghilterra e dalla swinging London, almeno nei testi delle canzoni. In questa come in molti altri maldestri tentativi (Drive My Car, Nowhere Man, Girl, Michelle, ...). Tentativi però in parte scusati dal fatto che a metà degli anni '60 o poco più nell'Italia provincia del mondo pochi pensavano che i Beatles fossero qualcosa di più della moda del momento. Nessuno o quasi immaginava che raggiungessero con tempo una quasi esagerata sacralità musicale. Ma nel 1969 qualche attenzione si poteva anche avere. Ma, nulla da fare, come dimostra l'esempio successivo. |
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Quindi la canzone che in Italia conosciamo come "Quelli eran giorni" nella interpretazione di Sandy Shaw, Gigliola Cinquetti, Orietta Berti, della interprete originale Mary Hopkin nella nostra lingua e di molte altre cantanti italiane proprio alla fine degli anni '60, parla con molta nostalgia e rimpianto di una storia d'amore di un tempo lontano, e parla quindi della malinconia invincibile per la giovinezza e per gli anni felici. Con un finale poetico, il rimpianto a distanza di anni è per entrambi i protagonisti di quei giorni irripetibili, giorni rimasti per sempre nella memoria. |
Quelli erano giorni Oggi son tornata in quella strada Quelli eran giorni |
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Solo che la canzone originale, scritta su una musica popolare russa dal folksinger Gene Ruskin, scoperta da Paul McCartney (ancora lui) e proposta a Mary Hopkin per la etichetta discografica dei Beatles, non parlava di una storia d'amore, ma di amicizia. Di amicizia tra uomini all'origine, visto che Ruskin è un uomo (molto fortunato grazie a questa canzone) ma poi diventata tra donne nella interpretazione della cantante gallese. E le due amiche nelle serate al pub progettavano la loro vita futura, la riempivano di sogni, che tali non apparivano grazie alla forza e all'incoscienza della gioventù, la vita e gli anni chiedono il loro prezzo, ma oltre che l'abbandono alla malinconia esiste anche l'opzione di non arrendersi mai: |
Tanto tempo fa c'era un pub |
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(1) Co-autore dei primi
successi di Celentano, “24000 baci” e “Il ragazzo della via Gluck” (3) Il brano dei Moody Blues era stato proposto, prima dei Nomadi, dai Profeti, con lo stesso testo; dopo il successo dei Nomadi altre versioni sono arrivate dai Bit-Nik e dai Gatti Rossi; Dalida ne ha proposto una versione con testo e titolo diversi (Un po' d'amore). Revisioni: 2002 - 2003 - Maggio 2004 - Settembre 2004 - 2008 - Gennaio 2009 (Note FFC) - Agosto 2011 (aggiornamenti Flora Fauna e Cemento) - Novembre 2012 (Due nuove cover adulterate: Prendi la chitarra e vai e La fine del libro) - Settembre 2014 (Le cover dei Beatles) - Settembre 2015 (Il dubbio e Quelli eran giorni). |
© Alberto Maurizio Truffi 2001-2015 |
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