Enrico Ruggeri - Polvere (1983)

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Piano americano
e sfioro il tavolo con una mano
Pomeriggio strano,
e un desiderio che è fuggito lontano

Polvere, gran confusione, un grigio salone,
in quale direzione io caccerò la
polvere dai miei pensieri? E quanti misteri
coi pochi poteri che la mia condizione mi dà

Aria un po' viziata,
quella finestra andrebbe spalancata
Tela rovinata,
e la cornice tutta consumata.

Polvere, troppi ricordi, è meglio esser sordi
e forse è già tardi per togliere la
polvere dagli ingranaggi, dai volti dei saggi
coi pochi vantaggi che la mia condizione mi dà

Non mi cercare, ché non mi riconoscerai
Non mi cercare, ché non mi riconoscerai
Non mi cercare, ché non mi riconoscerai
Non mi cercare, ché non mi riconoscerai

Polvere, gran confusione, un grigio salone,
in quale direzione io caccerò la
polvere dai miei pensieri? E quanti misteri
coi pochi poteri che la mia condizione mi dà

Non mi cercare, ché non mi riconoscerai
Non mi cercare, ché non mi riconoscerai
Non mi cercare, ché non mi riconoscerai
Non mi cercare, ché non mi riconoscerai

   

Note

 

Non è il testo che colloca negli anni '80 questa bella canzone di Enrico Ruggeri (il primo successo della sua carriera da solista dopo il periodo con i Decibel). E' invece la musica e la struttura della canzone, che fa un uso raffinato e intelligente dei nuovi strumenti che caratterizzavano la moda e lo stile musicale del decennio, il synth-pop rappresentato ai massimi livelli dagli Ultravox o dai Depeche Mode, ovvero la batteria elettronica e i sintetizzatori.

Il testo invece, anch'esso di livello notevole, è di ispirazione molto privata, è dedicato al complesso rapporto con suo padre (la "condizione" è quella di figlio) ma il senso di malinconia, di impotenza e di rabbia che trasmettono i versi può essere applicato ad altri contesti o essere comune a molti ascoltatori del brano. Che difatti ebbe un ottimo riscontro ed è rimasto tra le pietre miliari del decennio, per la musica italiana.
Il "piano americano" del primo verso è un riferimento cinematografico: è l'inquadratura da sopra le ginocchia, molto comune nei western, l'immagine filmica che evoca è il protagonista che entra in scena, dietro al tavolo.

Il brano è stato pubblicato su singolo nel 1983 (CGD 10479, lato B Non cercare il sole) e in contemporanea su album omonimo (LP CGD 20355, era la prima traccia del lato B). Il CD era ai primi passi soprattutto in Italia e su CD l'album è stato pubblicato nel 1988. La canzone è anche la tredicesima traccia della nostra playlist dedicata ai migliori esempi della musica italiana negli anni '80, che si può ascoltare anche da questa pagina, dalla finestra seguente.

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Vedi anche

I testi / Gli album tradotti / Le discografie e le monografie / Musica e società

 
 

Musica & Memoria Maggio 2019 / Testo originale di Enrico Ruggeri riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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