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La parola non ha
Né sapore, né idea
Ma due occhi invadenti
Petali d'orchidea
Se non ha
anima |
Ti sento
La musica si muove appena
Ma è un mondo che mi scoppia dentro
Ti sento
Un brivido lungo la schiena
Un colpo che fa pieno centro
Mi ami o no?
Mi ami o no?
Mi ami o... |
Che mi resta di
te
Della mia poesia
Mentre l'ombra del sonno
Lenta scivola via
Se non ha
Anima |
Ti sento
Bellissima statua sommersa
Seduti, sdraiati, impacciati
Ti sento
Atlantide isola persa
Amanti soltanto accennati
Mi ami o no?
Mi ami o no?
Mi ami o no? |
Ti sento
Deserto lontano miraggio
La sabbia che vuole accecarmi
Ti sento
Nell'aria un amore selvaggio
Vorrei incontrarti |
Ti sento
Vorrei incontrarti |
Mi ami o no?
Mi ami o no? |
Ti sento
Vorrei incontrarti |
e |
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Un
brano rappresentativo degli anni '80 essenzialmente per la musica e
l'arrangiamento, un efficace esempio di synth-pop ai massimi livelli, molto
apprezzato anche all'estero, Gran Bretagna inclusa, certamente uno dei
migliori esempi delle notevoli capacità dei Matia Bazar e del carisma della
loro front woman Antonella Ruggiero.
Il testo, molto interessante e poetico, che appare una trasfigurazione delle
emozioni fortissime di un momento intimo, non è legato al decennio ed è
invece sempre attuale. Marco Guzzetti,
collaboratore dei Matia Bazar per la scrittura dei testi dal 1981 al 1989,
chiarisce così ai visitatori del sito Musica & Memoria la (duplice) chiave
di lettura delle parole della canzone. |
La chiave di lettura
del testo |
«
Ti sento è la classica canzone scritta in doppia chiave di
lettura. La parte letteraria del brano nasce da un’idea di Aldo (Stellita) e
nella fase iniziale comprendeva un’unica accezione, ovvero quella di
descrizione dell’intimo tormento emozionale che ogni autore vive nei
confronti della propria ispirazione. Decidemmo poi (tra l’altro proprio su
mia insistente richiesta) di rifinire e concludere i versi strizzando
l’occhio anche ad una chiave di lettura più classica, ovvero quella relativa
al rapporto sentimentale di coppia. Il risultato finale dovrebbe quindi
permettere di poter giocare continuamente “con” e “tra” le righe della
canzone; allo stesso modo, il dipanarsi della narrazione dovrebbe, almeno
nelle intenzioni degli autori, far sentire indifferentemente a proprio agio
l’ascoltatore/lettore, sia nell’ambito di una vera e propria invocazione
alla Musa, che nello spingersi a scandagliare alcune dinamiche proprie delle
interrelazioni amorose.»
La canzone è stata pubblicata su singolo nel 1985 (Ariston AR 00969) e in
seguito anche in inglese (I Feel You) e in spagnolo sempre dai Matia Bazar,
è stata un successo internazionale, ai vertici della classifica nei Paesi
Bassi, in classifica in Germania e nota ed apprezzata anche in UK. |
La canzone è anche la decima traccia della nostra
playlist dedicata ai
migliori esempi della musica italiana negli anni '80, che si può ascoltare
anche dalla finestra seguente. |