Hair - Let The Sunshine In / The Flesh Failures |
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We starve, look at one another,
short of breath |
Abbiamo
fame, ci guardiamo l'un l'altro, col fiato corto |
Facing a dying nation of
moving paper fantasy |
Affrontando una nazione
morente e ingannata (3) |
Somewhere inside something
there is a rush of greatness |
Da qualche parte, dentro qualcosa,
c'è una spinta verso qualcosa di grande |
Silence tells me secretly |
E il silenzio mi
dice
segretamente |
Manchester England, England |
Manchester, Inghilterra,
Inghilterra |
We starve, look at one another,
short of breath |
Abbiamo
fame, ci guardiamo l'un l'altro, col fiato corto |
Facing a dying nation of
moving paper fantasy |
Affrontando una nazione
morente e ingannata |
Singing our space songs on a
spider web sitar |
Cantando le
nostre canzoni che parlano dello spazio accompagnandoci con un sitar fatto
con una tela di ragno (8) |
Let the sunshine |
Fai entrare la luce del sole
splendente (11) |
Let the sunshine |
Fai entrare la luce del sole
splendente |
Let the sunshine |
Fai entrare la luce del sole
splendente |
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(From the musical "Hair", lyrics by Gerome Ragni & James Rado / Rights to HAIR owned by Tams-Whitmark Music Library, Inc.) |
(Dal musical "Hair", testi di Gerome Ragni e James Rado / Diritti di Hair: Tams-Whitmark Music Library, Inc.) |
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Note |
La contro-cultura californiana, quella dei figli dei fiori e degli hippy, è arrivata alla cultura di "serie A" attraverso il musical "Hair" ("Capelli") del 1969, adattato per il cinema da Milos Forman nel 1979. La canzone Let the Sunshine In era uno dei motivi portanti del musical assieme alla celebre Aquarius. I 5th Dimension erano un gruppo vocale R&B abbastanza soft, che avevano già portato al successo un loro precedente album (e hit) Up, Up and Away. (1) Il brano è maggiormente conosciuto in una versione ridotta, in quanto associato alla versione su disco di Aquarius (dall'LP The Age of the Aquarius), il celeberrimo successo dei 5th Dimension tratto dal musical Hair del 1969. Lì è riportato solo l'inciso, in medley, qui è riportato il testo integrale commentato. |
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(2) La canzone parla dell'altro lato della gioia e della cultura hippy. Nelle intenzioni degli autori questo era un musical "educativo", andava a Broadway, ma per illuminare e cambiare la mente dei borghesi che andavano a vederlo. Parlava quindi della guerra (era in corso la guerra in Vietnam), dell'inquinamento, della vita nelle città. Quindi i personaggi nei cappotti invernali probabilmente sono soldati, anomali e stranieri in un mondo sconosciuto, con cappotti invernali e odori artificiali (profumi e colonie create in laboratorio) nelle calde e umide giungle tropicali. E il film di Milos Forman non casualmente si chiude su immagini di soldati che vanno in guerra, con il protagonista John Savage richiamato e in divisa. Quindi anche il fatto che i cappotti militari siano indossati "fieramente" è probabilmente ironico e il riferimento all'inverno, come in Shakespeare, è probabilmente una immagine di morte (nel film il buio interno dell'aereo da trasporto militare dove entra la lunga file dei ragazzi ora inquadrati e in divisa). (3) "Moving paper fantasy" è forse una allusione ai cartoni animati (disegni animati), diretti per definizione a un popolo di bambini, quindi ai politici dell'epoca che raccontano favole edificanti e ingannatrici. Oppure è un riferimento "etnografico" sempre ispirato al Vietnam e al Sud Est asiatico, al teatro delle ombre cinesi. O più semplicemente alle carte mutevoli della burocrazia. In tutti i casi il senso è che il popolo è ingannato, e da qui la traduzione molto libera che proponiamo. Altre proposte e/o spiegazioni di questo verso sono le benvenute, e lo stesso vale per le successive immagini metaforiche. |
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(4) I supremi ideali giustificano la guerra (la difesa dalla minaccia comunista, rappresentata paradossalmente dal piccolo Vietnam), i "lonely tunes" (malinconiche melodie) riecheggiano ancora, con un probabile gioco di parole, i "looney tunes" (storie pazze) che era il titolo dei cartoni più famosi della Warner Bros (quelli con Bug's Bunny, Duffy Duck e gli altri personaggi, e che si chiudevano sempre con la frase "That's All Folks!"). (5) La strofa successiva sembra invece contrapporre a questo quadro negativo gli ideali della cultura hippy, la spinta (interiore) verso qualcosa di grande e positivo, ma da scrivere, la conquista del futuro con lo studio (to fashion: fare qualcosa con grande cura e attenzione) e la conoscenza delle regole dello spazio (film: inteso come superficie che separa diversi piani dello spazio, probabilmente). (6) Il significato della strofa si comprende con il finale della successiva. "Tutto il resto è silenzio", quindi un senso di fine e di morte, che sola può dare tutte le risposte. Un chiaro riferimento a Shakespeare ed in particolare al finale dell'Amleto (The rest is silence). Che viene ripetuto dal coro, rispondendo e quasi oscurando la voce di Claude. (7) In questa fase del musical i ragazzi parlano a ruota libera, increduli, della guerra, l'Inghilterra è probabilmente il riferimento a un mondo libero (la "swingin' London", la "British invasion" di quegli anni). Claude è il personaggio principale della vicenda. |
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(8) Da questo verso nel musical entra con grande efficacia e potenza la voce femminile di Sheila la co-protagonista (Lynn Kellog nel cast originale di Broadway del 1968 e Beverly D'Angelo nel film di Milos Forman). (9) In opposizione alla vita militare, ancora evocata nella strofa precedente, vengono citati alcuni capisaldi della cultura hippy e psichedelica, della speranza in una stagione di "peace & love" inondata dalla luce. Lo spazio è ora quello della cultura indiana, che tanto influenzava quegli anni (Beatles e George Harrison in testa), un tutt'uno con la terra e gli uomini. Il sitar, lo strumento indiano lanciato nello spazio musicale occidentale dal celebre capolavoro dei Beatles Norwegian Wood. Che non era uno strumento qualsiasi, come la musica non era intrattenimento, ma mezzo per avvicinarsi al livello superiore, alla comprensione della vita, e da qui forse l'oscuro riferimento alla tela di ragno. Così anche il verso "la vita è attorno a te ed in te" è tipico della cultura buddista ed indiana, così come il secondo titolo della canzone "The flesh failures", che potremmo tradurre "Le illusioni della realtà". (10) E non manca un realistico accenno al guru, al discusso maestro della contro-cultura, lo scienziato e psichiatra Timothy Leary, recentemente scomparso, dopo una vita coerentemente dedicata alla sua visione del mondo, che vedeva nell'uso delle droghe e degli allucinogeni (LSD in primo luogo) un modo tutto occidentale (veloce, per chi non aveva troppo tempo da perdere nella meditazione) per avvicinarsi all'assoluto. (11) La luce del sole splendente simboleggia l'amore, la comprensione, la concordia attesa dall'era dell'Acquario, e il brano si riallaccia circolarmente al brano guida Aquarius. Non a caso nel popolare medley che ne trassero i 5th Dimension le due canzoni sono fuse. (Le foto sono riprese dal film di Milos Forman Hair) |
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Revisione della traduzione: Novembre 2014 / Testo originale riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (Vedi Avvertenze) / Copia per usi commerciali non consentita |
© Traduzione Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria Giugno 2003 |